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Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio. Federico Fellini

The Orphanage (L’orfanotrofio)

“The orphanage”, prodotto dal regista messicano Guillermo del Toro (“La spina del diavolo”, “Hellboy”, “Il labirinto del fauno”) fa parte di quella schiera di film come “The others” di Alejandro Amenabar ed “Il senso senso” di M. Night Shyamalan, che dovrebbero essere classificati in un nuovo genere cinematografico, diverso dai classici horror e thriller. Ghost story con profonde venature drammatiche, thriller paranormale che non vuole spaventare con spargimenti di sangue, “The orphanage” si ambienta in un’antica dimora dalle atmosfere gotiche che nasconde molti segreti, simile all’Overlook Hotel del kubrickiano “Shining”. Interpretato da una stupenda Belen Rueda (Laura), perfetta spina dorsale del film, e dal bravissimo Roger Princep (il figlio Simon), rappresenta un ottimo esordio per il regista spagnolo Juan Antonio Bayona, capace di gestire con maestria la mdp in una location elegante ed austera. Belen Rueda, attrice poco conosciuta nel nostro paese è stata capace di offrire una prestazione di altissimo livello. Laura è una donna che da ragazzina, dopo una vita tutto sommato felice in un orfanotrofio, viene adottata e sente il bisogno di ricambiare questo atto d’amore non soltanto adottando Simon, un bambino con problemi di salute, ma riaprendo l’orfanotrofio dove trascorse la sua infanzia, per donare cure ed amore ad un gruppo di ragazzini disabili. L’attrice spagnola riesce a sostenere l’intera pellicola, raggiungendo l’apice della sua magistrale interpretazione nella seconda parte del film quando è praticamente sola in scena per oltre mezz’ora di film, senza perdere ritmo né annoiare lo spettatore, offrendo una prova di forte intensità emotiva ed espressiva.Fanno da sfondo dell’antico orfanotrofio lunghe spiagge deserte, grotte oscure, un vecchio faro a picco sul mare in tempesta, luoghi perfetti per una storia di fantasmi illustrati egregiamente dalla fotografia oscura di Oscar Faura. “The orphanage” è un racconto ben strutturato, profondo ed inquietante, con diversi colpi di scena ed un finale stupendo. Merito dunque dello sceneggiatore Sergio G. Sanchez che riesce a equilibrare con intelligenza thriller e dramma.Vincitore in Spagna di ben sette premi Goya, “The orphanage” pur non offrendo nulla di particolarmente nuovo (evidenti sono le influenze dai film sopra citati), è una splendida storia di fantasmi con alcuni momenti di pura tensione e di dolore che entra con merito nella nuova ondata di cinema thriller/horror europeo di qualità. Davvero un gran bel film, che secondo la mia opinione avrebbe meritato più pubblicità di altre pellicole di questo periodo che si sono poi rivelate di scarsa qualità.

Consigliato: si
Voto: 7,5

2 commenti:

Ciao!

Sono d'accordissimo sulla (bella) recensione. Questo "The Orphanage" è stato davvero uno dei film più belli dell'anno, nonchè uno degli "horror" più belli degli ultimi, tò, facciamo 5 anni? Il finale è assolutamente favoloso, da lasciare a bocca aperta.

ps: Ti va uno scambio links? sperando che sia anche un continuo scambio di opinioni e non solo un link in una pagina! :)

Ciao ciao!

 

Ciao!
Sono davvero contento che ti sia piaciuta la recensione!

Certo che mi va uno scambio di links! Anche perchè il mio blog è nuovo di zecca e ha bisogno di farsi conoscere..!
Naturalmente spero anch'io in un continuo scambio di opinioni.

Ovviamente sei il benvenuto sul mio blog!

A presto!

 

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