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Il cinema è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio. Federico Fellini

Gone Baby Gone


Ben Affleck si sposta e passa dietro la macchina da presa e lo fa scegliendo un soggetto molto difficile da trattare, la violenza sui bambini.
Si affida al romanzo "La Casa Buia" di Dennis Lehane (già autore di Mystic river) e insieme ad Aaron Stockard ne scrive la sceneggiatura.
Protagonisti della pellicola sono due detective privati Patrick ed Angie a cui viene chiesto di indagare sulla scomparsa di Amanda, una bambina di 4 anni con una madre tossicodipendente.
La vicenda si svolge in un quartiere malfamato di Boston, ben conosciuto dai due investigatori che lì sono cresciuti e che conoscono tutti ed è proprio il quartiere, la sua vita e le facce dei suoi abitanti uno degli aspetti più interessanti e ben costruiti del film.
Ben Affleck si rivela un attento conoscitore di quella zona e delle sue miserie, il degrado morale e materiale viene mostrato con sapienza, la camera si muove sicura su quei volti lontani mille chilometri dalle belle facce imberbi di Hollywood.
E anche la scelta della faccia da bravo ragazzo di Casey Affleck si rivela vincente, ottimo attore, riesce a rendere le tante sfumature del suo personaggio. Patrick non è solo il protagonista della vicenda è il perno morale ed etico attorno al quale gira tutta la storia, saranno le sue scelte a porre le domande più difficili e spinose. Qui il bene e il male non sono definiti in modo monolitico e nessuno si può definire innocente o giusto, tranne ovviamente i bambini.
La storia è emotivamente molto forte, ma Affleck è sempre attento a trattare questi temi con pudore, non c’è mai voyeurismo, né immagini shockanti, qui lo stile asciutto di Clint Eastwood ha fatto fortunatamente scuola.
Purtroppo dopo due terzi della narrazione Ben Affleck abbandona il ritratto ambientale e il degrado sociale per concentrarsi unicamente sulla trama gialla. La necessità di spiegare la vicenda di Amanda nel modo più chiaro possibile rende il finale troppo lungo, caratterizzato da una serie interminabile di confronti e spiegazioni tra i vari personaggi.
Nell’insieme “Gone baby gone” è un buon film e ci mostra un regista emergente che potrà sicuramente in futuro fare un ottimo lavoro.

Consigliato: decisamente si
Voto: 7

Angeli e Demoni


Dopo Il Codice da Vinci, Tom Hanks reindossa i panni di Robert Langdon, studioso di simbologia di Harvard chiamato a risolvere un altro mistero in bilico tra logica e religione con l’aiuto di Vittoria Vetra (Ayelet Zurer), una scienziata di origini italiane.
Lo scenario non è più Parigi, ma Roma, location che permette al regista Ron Howard di concedersi qualche svago in più rispetto al film precedente, con un montaggio serrato, fortemente funzionale allo sviluppo narrativo, muovendosi tra chiese, piazze e piani suggestivi.
Il risultato? Un film discreto, anche se pieno di incongruenze ed errori sicuramente evitabili.
Molto probabilmente il talento di Mr. “Forrest Gump” è forse eccessivo per un ruolo che non richiede una grande capacità interpretativa, decisamente poco disposto ad infiltrarsi nella psicologia interiore del personaggio.
Convincente comunque praticamente tutto il resto del cast. Fa molto piacere notare come anche in America si siano accorti del talento cristallino del nostro Pierfrancesco Favino, che se la cava sicuramente in quella che sembra una progressiva salita.
Non manca poi di certo l'adrenalina e la suspense, ingredienti che attirano sempre lo spettatore anche meno affamato, per il quale la realtà conta fino ad un certo punto.
In bilico tra blasfemia e semplice provocazione, "Angeli e Demoni" si rivela un film godibile ed interessante, soprattutto se visto col giusto atteggiamento.

Consigliato: si
Voto: 6,5

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